Dopo un inverno troppo mite e sbalzi di temperatura importanti, le fioriture si estendono e i pollini vaganti nell’aria aumentano, trasportati da vento caldo, non mancano gli acquazzoni improvvisi, e l’ambiente è carico anche di smog. Una vera ‘rivoluzione ambientale’ che non giova alle persone allergiche ai pollini. Sono, infatti, più di 10 milioni gli italiani allergici che, per colpa dei pollini, si ritrovano a fare i conti con occhi arrossati, rinite e asma. Un dato destinato ad aumentare, anche a causa del clima ‘impazzito’ e dell’ inquinamento, che in alcuni casi peggiora i sintomi. A spiegarlo sono gli esperti dell’Ospedale Niguarda di Milano, dove opera un centro di riferimento regionale per l’allergologia.
Spiegano gli esperti
“L’inverno atipico con temperature miti – dicono gli specialisti – ha dilatato la stagionalità delle allergie, che non vanno associate solo alla primavera. Il cambiamento del clima negli ultimi anni, inoltre, ha esteso il periodo di fioritura, con inevitabili conseguenze per gli allergici”. Anche lo smog gioca un ruolo fondamentale: “i diversi inquinanti dei gas di scarico delle auto, soprattutto diesel, delle industrie e degli impianti di riscaldamento, incidono in maniera negativa su chi ha l’asma. Non si sa ancora chiaramente se gli inquinanti aumentino direttamente la sensibilizzazione allergica, ma è dimostrato che i residui di combustione del diesel aumentano la concentrazione delle proteine allergeniche nei pollini”. Per contrastare le allergie è indispensabile rivolgersi a un centro specializzato, per approfondire le cause e mettere in pratica le giuste terapie.
Consigli
Nel frattempo, per cercare almeno di attenuare i sintomi si possono mettere in atto diversi consigli: “Non uscire, per esempio, nelle giornate ventose e nelle ore più calde: in questi momenti, infatti, la concentrazione dei pollini è maggiore. E’ bene poi fare la doccia e lavare i capelli frequentemente, così come evitare i viaggi in auto o in treno con i finestrini aperti”. Infine, evitare di uscire all’aperto subito dopo un temporale: “L’acqua rompe i pollini in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente e più in profondità le vie aeree, scatenando l’asma da temporale. Anche se il consiglio più utile rimane quello di seguire una terapia ben impostata”.